Dati e statistiche 2014 sul mondo dei cani
Sulla popolazione sono stati effettuati diversi studi e statistiche, ottenendo dei risultati strabilianti. Quattro italiani su dieci convivono con almeno un animale, quindi il 39,4% dell’intera popolazione contro il 60,6% che non ne possiede.
Con precisione il 27.5% ha un solo animale in casa mentre l’11,9% ne ha più di uno. I dati purtroppo relativi alla presenza di almeno un animale in casa stanno diminuendo con il passare degli anni.
Questo scostamento potrebbe essere dettato dalla crisi economica e dai mille impegni quotidiani che chi ha non può permettersi di accudire un Pet. La causa potrebbe essere stata anche una delle tante compagnie, come quelle sostenute dalla Lav, che sensibilizzano la popolazione a capire che un animale ha bisogno di costanza, impegno e amore, oltre che di cure e quindi di soldi.
Nella classifica degli animali che accompagnano la vita dell’uomo, il cane è al primo posto, infatti, il 53,7% della popolazione che possiede un animale, ha un cane. Segue poi il gatto con il 45,8%.
Ma quando costa quotidianamente un cane?
La metà delle persone che possiedono un animale, con precisione il 51.2%, dice di spendere in media 30 euro al mese per cibo, eventuali visite e medicine. Il 32,8% 50 euro. La restate parte, 10.9%, invece indica che spende dai 51 ai 100 euro. Il 2.1% sale ai 101/200 euro. L’1.4% spende tra le 201 e i 300 euro mentre una piccola parte che non bada a spese va oltre i 300 euro mensili.
Calcolando solo il cibo può bastare anche 1 euro il giorno, quindi 30 euro mensili per la maggior parte dei padroni. Poi ovviamente c’è chi spende di più.
Le visite dal veterinario
Il 69,1% dei proprietari spendere all’anno per la visita dal vetrario intorno ai 100 euro. Solo un quinto di loro va dai 101 ai 200 euro fino ad arrivare oltre i 300 euro annui.
Un sondaggio effettuato in collaborazione con la Federazione Nazionale Veterinari ha riscontato che l’82.2% dei veterinari rileva le cure adeguate nell’animale portato in visita. Il 2,2% dice sempre, mentre il 14,8% risponde con un raramente.
Alla domanda se i proprietari avessero ridotto le spese dal veterinario la risposta è stata: abbastanza per il 52,1%, molto il 34,7% e lievemente per il 12,9%. Tra le diverse indagini, si è scoperto che i tagli effettuati sono stati per il 49,3% sugli interventi chirurgici costosi e il 48% per i controlli medici periodici.
La ricerca è stata condotta non solo per gli animali domestici ma anche su quelli selvatici. Il 66,3% dei veterinari ha ammesso che capita spessi di ricevere degli animali selvatici in difficoltà nel suo studio. Capita soprattutto che siano i privati cittadini (57,3%) a portare gli animali selvatici dal veterinario. La restante percentuale è data dal 13% delle forze dell’ordine e il 10,1% dalle associazioni animaliste.
Anche se spesso si sente parlare del maltrattamento di animali i veterinari hanno risposto che raramente hanno curato animali maltrattati. Il 51,7% ha ribattuto con “raramente” il 22,5% ha detto qualche volta e l’1,4% spesso.
Anche se la legge impone che tutti i cani debbano avere il microchip ed essere registrati all’anagrafe canina a quasi tutti i veterinari è capitato di visitare animali senza il microchip o non iscritto all’anagrafe canina. Il 69% dice che accade solo qualche volta mentre il 21,3% spesso.
Nel settore dell’abbandono le cose sono cambiate rispetto a qualche anno fa. Più della metà dei veterinari afferma che gli animali feriti e in difficoltà in seguito all’abbandono diventano più stabili rispetto le vicende passate. Però c’è da dire che un veterinario su quattro afferra di aver notato un aumento degli abbandoni.
Proprio per colpa della crisi e delle difficoltà che ci sono nel paese secondo la metà dei veterinari sono aumenti di molti i clienti che chiedono il loro aiuto per sostenere Fido da un punto di vista economico. Diminuisce anche la voglia di adottare.
Il dato più triste fa riferimento all’aumento delle richieste di eutanasia. Il 40,1% dei veterinari afferma che nell’ultimo anno le richieste sono aumentante di molto in seguito alla scoperta di una malattia cronica oppure incurabile.