L’ernia nel cane è una patologia a carico dei dischi intervertebrali.
Per capire bene il meccanismo bisogna conoscere la morfologia della colonna vertebrale di Fido. Questa è composta di sette vertebre cervicali, tredici vertebre toraciche, sette vertebre lombari, tre vertebre sacrali e da sei a venti vertebre coccigee.
Tra una vertebra e l’altra è presente il disco intervertebrale formato da una parte interna chiamata nucleo polposo e una esterna chiamata anello fibroso. Come per l’uomo questi dischi servono ad attutire e favorire il movimento.
L’ernia fa riferimento o a una fuoriuscita del nucleo polposo, in questo caso prenderà il nome di ernia discale Hansen 1 o a una protrusione o estrusione dell’anello fibroso, chiamata ernia discale Hansen 2.
Ernia discale Hansen 1 (ernia discale acuta)
Questo tipo di ernia interessa le razze condrodistrofiche quali bassotto, basset hound, beagle, cocker spaniel, pechinese, shih-tzu, yorkshire terrier ecc. I soggetti interessati da questa patologia vengono a loro volta divisi in quattro gruppi. Il primo gruppo accoglie i cani con deficit di tipo neurologico, il cui la manifestazione della patologia è solo il dolore vertebrale.
Nel gruppo due troviamo i soggetti con dolore alle vertebre e una leggera paraparesi deambulatoria. Il gruppo tre raccoglie i casi di paraparesi grave con scarsa capacità deambulatoria e controllo della minzione non più del tutto controllato.
Il gruppo quatto è diviso in due sotto categorie. La prima categoria mostra cani con paraplegia, mancanza del controllo menzionatorio, dolenzia profonda, l’altra sotto-categoria comprende chi presenta paraplegia e mancanza di dolenzia profonda.
La classificazione non ha solo scopo classificativo, ma permette di scegliere la terapia più appropriata in base alla prognosi. I cani del gruppo uno e due sono curati tramite riposo in gabbia per tre settimane, se assistiti alla prima manifestazione dei sintomi clinici.
Non si somministra alcun tipo di farmaco o antidolorifico, poiché il cane sentendosi meglio potrebbe muoversi facendo peggiorare la situazione.
È un trattamento molto efficace, il problema si pone giacché il 50% dei soggetti trattati in questo modo presentano delle recidive. Per questo motivo l’intervento chirurgico non è consigliato alla manifestazione dei primi sintomi ma solo in caso di recidiva.
I soggetti appartenenti al terzo gruppo devono ricorrere a un intervento chirurgico obbligatorio. Prima dell’operazione si effettuano esami diagnostici come la mielografia, la TAC o la risonanza magnetica.
Il trattamento deve essere fatto in tempi brevi, maggiore è la precocità più ci sono possibilità di un esito favorevole.
I cani del gruppo quattro della prima sottocategoria, sono sottoposti inizialmente al trattamento con metilprednisolone sodio succinato (MPSS), un corticosteroide.
Il farmaco va somministrato entro otto ore dal primo sintomo. Poi si procede con l’operazione chirurgia che presente una possibilità di successo dell’ 80%.
Gli animali del gruppo quattro della seconda sottocategoria devono essere sottoposti a intervento nelle prime ventiquattro ore. Se ciò avviene, nel 50% dei casi avviene una ripresa funzionale. Se l’intervento avviene entro le quarantotto ore, le funzionalità di recupero sono solo del 5% dei casi.
Vedi anche farmaci per cani.
Ernia discale Hansen 2 (ernia discale cronica)
Abbraccia tutti i cani non condrodistrofici come ad esempio il pastore tedesco. Interessa le razze di grossa taglia con il collo lungo in età tra i cinque e i sei anni di vita. Questa tipologia di ernia può essere singola o multipla, le multiple di solito si trovano all’altezza delle vertebre toraco-lombare.
I sintomi di solito si presentano in modo cronico e progressivo, ma non fanno esclusione casi in cui l’insorgenza è repentina. I sintomi sono: debolezza della parte posteriore e incoordinazione. I casi gravi addirittura possono mostrare paresi.
Come per i soggetti affetti da ernia di tipo uno anche qui i risultati migliori si ottengono intervenendo in breve tempo. Essendo già cani in età avanzata, oltre ai disturbi neurologici possono presentarsi problemi ortopedici associati.
La diagnosi avviene tramite radiografie, tac o risonanza magnetica. Le modalità di cura sono di due tipi: conservativa o chirurgica. La prima è per i soggetti con lieve entità di ernia. Il secondo invece è previsto per chi ha un grado già medio-grave.
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