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Evoluzione del cane

Il cane evolutivamente può discendere da diversi animali quali lupo e lo sciacallo.

I più recenti studi invece, basati sulla genetica, hanno portato a riconoscere il progenitore del cane il lupo grigio ovvero il Canis lupus. Incerte però le ipotesi sull’addomesticamento della specie.

Evoluzione del caneSecondo i coniugi Ray e Lorna Coppinger, due biologi che propongono la teoria dell’addomesticamento naturale, i soggetti meno abili nella caccia seguirono i primi gruppi di cacciatori nomadi, nutrendosi delle carcasse che lasciavano.

Inconsapevolmente offrivano protezione, stabilendosi presso i primi insediamenti, dando luogo ad una reciproca coabitazione tra uomo e cane.

Alcuni dei cani selvatici sono stati poi adottati dalle comunità umane diventando parte del villaggio. Erano bene tollerati poiché eliminavano i piccoli predatori nocivi, dando vita ad una coevoluzione.

Gli studi di Dimitri Belayev affermano che la selezione naturale dell’addomesticamento ha portato alla comparsa di cambiamenti fisici come la riduzione del volume del cranio, l’accorciamento dei denti e l’arrotondamento della coda.

La più antica testimonianza di rapporto uomo-cane risale a 12000 anni fa. In una tomba ben conservata si è ritrovato il corpo di un uomo anziano che appoggia la testa ed una mano sul corpo di un cucciolo. Nei siti archeologici la maggior parte dei ritrovamenti che testimoniano l’evoluzione del lupo a cane, evidenziano per lo più segni di macellazione.

La differenziazione delle razze che oggi conosciamo dipende dalle varie sottospecie di lupo che vivevano in diverse parti del mondo. Ogni sottospecie differiva per via di caratteristiche geografiche e climatiche differenti da paese in paese.

I primi cani erano versatili, potevano compiere diversi lavori, dalla caccia alla protezione, dal trasporto di piccoli carichi alla pastorizia. È possibile immaginare il loro aspetto guardando le principali razze moderne riunite nel 5 gruppo della classificazione FCI, ovvero quella che riguarda i cani di tipo primitivo e spitz.

Quando l’uomo individuò i soggetti più adatti per un specifico compito, cominciò a selezionarli prima in modo istintivo poi con un criterio bene preciso.

Ad esempio, l’uomo non poteva di certo creare la struttura del Levriero, ma riuscì a capire che il miglior soggetto per la caccia nel deserto era quello con gli arti lunghi e sottili, lo sterno carenato e la coda portata in modo da bilanciare la corsa in velocità. Ecco quindi che capì che quello era lo standard di razza da ricercare nei cani che accompagnavano l’uomo nella caccia.

Un altro fenomeno evoluzionistico molto interessante è quello del pedomorfismo neotenico, ovvero lo sviluppo nei cani adulti di alcuni tratti del cucciolo di lupo. Secondo tale teoria è possibile classificare le razze in quattro gruppi:

  • Cani primitivi con testa e struttura molto vicina a quella del lupo con orecchie erette. Ne è un esempio il groenlandese e il vasgotaspetz;
  • Cani pedomorfi di primo grado con testa allungata, stop accentuato e orecchie semi erette. Si tratta principalmente di segugi e cani predatori con istinto all’inseguimento come il wolfhound, il bloodhound e il terrier;
  • Cani pedomorfi di secondo grado con teste più larghe, muso squadrato, stop marcato, pelle spessa e orecchie completamente pendenti. Rientrano in questa categoria i riportatoti come il terranova o il retriever;
  • Cani pedomorfi di terzo grado con muso corto o cortissimo, occhi frontali, pelle che forma righe e orecchie piccole e cadenti. Sono cani predisposti all’ingrasso un esempio sono il carlino, il pechinese, i mastini e i cani da presa.

Analizzando i fossili di 40 milioni di anni fa gli studiosi hanno affermato che il cambiamento climatico ha giocato un ruolo importantissimo sulla trasformazione di arti e denti nei cani. Ciò indica che la trasformazione non è stata dettata solo dall’adattamento per rincorrere le prede, ma anche dall’habitat in cui vivevano.

Lo studio è stato condotto dai ricercatori dell’Università americana Brown. I risultati sono stati pubblicati su Nature Communications.

Durante la ricerca si è dimostrato che i progenitori dei cani vivevano nel Nord America e avevano un aspetto simile a quello delle manguste. L’habitat era caldo e ricco di alberi, le zampe infatti non erano adatte per correre ma per perlustrate il territorio circostante.

La diminuzione della temperatura globale ha portato ad un cambiamento dell’habitat, con formazione di praterie e un clima più freddo. Questo cambiamento ha dato luogo ad una trasformazione che ha permesso la nascita di nuove caratteristiche più adatte all’attuale ambiente.

Ed è così che animali dalle zampe corte hanno sviluppato arti più lunghi e veloci predisposti alla corsa e a movimenti agili.

Vedi anche come fare ingrassare un cane.

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