Quando si parla di pancreatite nel cane ci si riferisce a un’infiammazione e gonfiore del pancreas, una ghiandola addominale collocata tra stomaco, milza, reni ed intestino tenue. Questa patologia è piuttosto grave e serie, esattamente come per gli esseri umani, scaturita da molteplici cause.
Innanzitutto, va specificato che esistono due differenti tipologie di pancreatite: quella lieve e quella grave. Il fattore scatenante della malattia vede al centro dell’attenzione il consumo di cibi particolarmente grassi da parte del cane, ma può anche dovuta all’ingestione di un unico pasto colmo di grassi.
Tre le altre cause, è possibile trovare l’obesità, l’ipercalcemia, la somministrazione di alcuni medicinali, un trauma contusivo all’addome o scarsa attenzione nei confronti dell’alimentazione.
In alcune razze canine, i corticosteroidi sono stati classificati come una delle principali cause di pancreatite, pertanto è opportuno prestare la massima attenzione, anche se tale diagnosi non è stata confermata dal punto di vista scientifico.
Tralasciando i fattori di rischio, il decorso della patologia è ben definito: qualcosa provoca l’attivazione il rilascio di enzimi digestivi pancreatici, i quali generano danni nei confronti del pancreas.
Indice
Pancreatite nel cane: tutti i sintomi
Grazie al pancreas è possibile digerire in maniera accurata le proteine, i grassi e i carboidrati. Ci si trova quindi di fronte a un organo in grado di produrre particolari sostanze che hanno il compito di neutralizzare l’acido che si trova nel tratto gastrointestinale superiore, oltre al fatto che produce e rilascia l’insulina.
Nel caso in cui un cane presenti un’infiammazione nei confronti di questo organo, rilascerà gli enzimi che si occupano della digestione prematuramente. Tra i sintomi più comuni che ogni padrone potrà notare nel proprio migliore amico a quattro zampe ci sono:
- Il vomito, solitamente profuso;
- Perdita di appetito, rifiuto del cibo o anoressia;
- Perdita di sete, ovvero il cane si rifiuta di bere;
- Perdita di peso;
- Diarrea;
- Disidratazione;
- Debolezza;
- Abbattimento, ovvero prostrazione fisica;
- Addome assottigliato;
- Dolore addominale, spesso improvviso e piuttosto intenso.
In questo caso ci si trova di fronte a sintomi iniziali, che possono indicare l’inizio della pancreatite. Nel caso in cui la malattia dovesse diventare più grave e seria, il cane potrebbe manifestare:
- Addome gonfio;
- Febbre;
- Schock;
- Colore giallo e consistenza grassa delle feci;
- Organi accanto al pancreas infiammati;
- Problemi respiratori;
- Infezione sistemica;
- Emorragia interna.
Se un cane presenta la forma più grave di pancreatite, chiama necrotizzante, avrà solo poche ore di vita se non si interviene in modo tempestivo.
Quali sono i cani che corrono maggiori rischi?
Fortunatamente non ci sono predisposizioni genetiche canine soggette a questa malattia, anche se i cani anziani e le femmine possono essere colpiti con maggiore frequenza dalla pancreatite. Tuttavia, pare che alcune razze abbiano maggiori possibilità di ammalarsi, soprattutto il Barbone Nano, il Cocker Spaniel e il Schnauzer Nano.
Inoltre, se un cane è costretto ad assumere alcuni tipi di farmaci o presentano la sindrome di Cushing, ipotiroidismo, diabete mellito e iperlipemia, avrà maggiori possibilità di sviluppare il disturbo. Anche le cagnoline sterilizzate possono correre questo rischio.
Come si diagnostica?
Inizialmente, il veterinario controllerà la storia clinica del cane, effettuando i dovuti esami e analizzando i sintomi che manifesta. Per poter diagnosticare la pancreatite, oltre ai sintomi, dovrà aspettare l’esito degli esami specifici effettuati.
L’esame più sicuro è il test per la concentrazione di immunoreattività della lipasi pancreatica canina e il test del peptide di attivazione del tripsinogeno. Le radiografie non mostrano infiammazioni a livello pancreatico, anche se possono essere utili per escludere altre cause.
L’ecografia può aiutare il veterinario a scoprire se il pancreas si è ingrossato, anche se si tratta di una procedura piuttosto dispendiosa. Inoltre, per una diagnosi più completa, è possibile effettuare la biopsia al pancreas, anche se praticata raramente.
Come si cura?
Nella maggior parte dei casi, ogni cane con pancreatite acuta viene ricoverato per trattare lo shock e la disidratazione. Gli sarà somministrata una terapia fluida per endovena piuttosto aggressiva, abbinata ad un’altra di supporto.
Tra i farmaci impiegati, ci sono anche quelli per controllare il dolore e ridurre diarrea o vomito. Solitamente, il cane non mangia per alcuni giorni: tale decisione è stata presa per consentire al pancreas di ripararsi, ma solo in casi particolarmente gravi.
Per curare la pancreatite, il cane dovrà rimanere sotto controllo in una clinica veterinaria: se dimostra di stare meglio, sarà nutrito con cibi poveri di grassi e proteine, ma colmi di fibre. Inoltre, ci sono casi in cui sono richieste trasfusioni di sangue. Una volta libero di tornare a casa, dovrà seguire per tutta la vita una dieta povera di grassi, in modo da evitare qualsiasi altra complicazione.
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Come si previene la pancreatite?
Tra le soluzioni più significative c’è sicuramente lo stile di vita sano e l’alimentazione equilibrata. Bisognerà quindi evitare di dare troppi snack o cibi grassi, soprattutto nel caso in cui siano già stati episodi di pancreatite. Se il cane è obeso, dovrà seguire un programma per ridurre il peso.
Se la patologia diagnostica è acuta, quasi sicuramente sarà ricoverato, ma curato in maniera efficace. Spetterà poi al padrone occuparsi del suo migliore amico a quattro zampe nel migliore dei modi, fornendogli del cibo adeguato e completamente sano.
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